La SS. Annunziata di Firenze

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LE BELLE PREGHIERE



Ave, o Stella del mare, nobile Madre di Dio, vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.
L'angelo reca il saluto: l'Ave, messaggio di Dio, muta la sorte di Eva, dona la pace all'uomo.
Rompi i legami dei miseri, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.
Mostrati Madre per tutti, porta la nostra preghiera: Cristo l'accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio.
Vergine sola fra tutte mite e senza peccato, rendi i tuoi figli innocenti, miti e puri di cuore.
Donaci un cuore sincero, guida alla via sicura, fin che vedremo il tuo Figlio gioia immortale per noi.
Gloria all'Altissimo, al Padre, lode a Cristo, allo Spirito: salga al Signore, al Santo, l'unico e triplice onore. Amen. (Ave Maria, piena di grazia ...)


O Madre degna di tutti i canti, o genitrice del Verbo Santissimo più di tutti i santi, accogli ora l'offerta:
libera tutti da ogni sventura e riscatta da futura pena quanti proclamano: Alleluia.

Inno Acatisto


Te lucis ante términum
rerum Creàtor póscimus
Ut pro tua clemèntia
Sis praesul et custódia.
Procul recédant sómnia,
Et nóctium phantàsmata;
Hostémque nostrum cómprime,
Ne polluàntur córpora.
Praesta, Pater piìssime,
Patrìque compar Unice,
Cum Spìritu Paràclito
Regnans per omne sàeculum.
Amen.


Preghiera della sera
Prima che dilegui la luce
o Creatore del mondo, noi ti preghiamo, per la tua clemenza, di vegliare su di noi e di custodirci.
Stiano lontani i sogni e i fantasmi della notte: trattieni il nostro nemico, perché il nostro corpo non ne sia contaminato.
Concedi a noi questa grazia, Padre pietosissimo, e Tu, Unigenito uguale al Padre, che con lo Spirito Santo regni per tutti i secoli. Così sia

Inno attribuito a S. Ambrogio († 397), vescovo di Milano, ma forse di Anonimo del V-VI sec., inserito nella liturgia di Compieta, l’ultima ora canonica.


Aeterne rerum Conditor,
noctem diemque qui regis,
et temporum das tempora,
ut alleves fastidium.
Nocturna lux viantibus
a nocte noctem segregans,
praeco diei iam sonat,
jubarque solis evocat.
Hoc excitatus Lucifer
solvit polum caligine:
hoc omnis erronum cohors
viam nocendi deserit.
Hoc nauta vires colligit,
pontique mitescunt freta:
hoc, ipsa petra Ecclesiae,
canente, culpam diluit.
"Surgamus ergo strenue:
gallus iacentes excitat,
et somnolentos increpat,
gallus negantes arguit.
Gallo canente, spes redit,
aegris salus refunditur,
mucro latronis conditur,
lapsis fides revertitur<.br>Jesu, labantes respice,
et nos videndo corrige:
si respicis, labes cadunt,
fletuque culpa solvitur.
Tu, lux, refulge sensibus,
mentisque somnum discute:
te nostra vox primum sonet,
et vota solvamus tibi.

[Annuncio di vita e di luce]
Creatore eterno dell'universo,
che reggi la notte e il giorno
e alterni le diverse ore del tempo
per alleviare il peso della noia.
Luce notturna ai viandanti,
che fa albeggiare la notte,
il messaggero del giorno già canta
ed evoca il raggio del sole.
Al suo canto, si desta la stella del mattino
e sgombra il cielo dall'oscurità.
La schiera degli errabondi
lascia la via dei misfatti.
Il navigante riprende forza,
s'acquetano le onde del mare;
a quel canto, anche la pietra della chiesa (Pietro),
pianse la sua colpa.
Alziamoci adunque con coraggio:
il Gallo incita i giacenti,
rimprovera i sonnolenti,
e condanna i restii (ad alzarsi).
Al canto del gallo, torna la speranza,
è ridonata la salute agli infermi,
si ringuaina il pugnale dell'assassino,
torna la fede a chi è smarrito.
O Gesù, custodisci noi che vacilliamo,
e col tuo sguardo richiamaci,
se ci proteggi, cadono le lordure,
e col pianto si dissolve la colpa.
O luce, brilla nei nostri cuori,
scuoti il torpore della nostra mente:
Te per primo canti la nostra voce:
e a te sciogliamo il voto della preghiera.

Autore: Sant'Ambrogio vescovo di Milano (m. 397). Inni (Antiche preghiere cristiane a cura di Paolo Lino Zovatto, Edizioni Fussi, Sansoni Firenze 1957).



O regina Sapienza,
il Signore ti salvi con tua sorella,
la pura e santa Semplicità.
Signora santa Povertà,
il Signore ti salvi con tua sorella,
la santa Umiltà.
Signora santa Carità
il Signore ti salvi con tua sorella
la santa Obbedienza.
Santissime virtù tutte,
il Signore vi salvi,
dal quale procedete e venite.
Quasi non c’è uomo al mondo
che possa avere per sé una sola di voi
se prima non muore.
Chi ne ha una
e le altre non offende, le ha tutte
e chi ne offende una
non ne ha alcuna e le offende tutte;
e ciascuna confonde i vizi e i peccati.
La santa Sapienza confonde satana
tutte le sue insidie.
La pura e santa Semplicità
confonde ogni sapienza di questo mondo
e la sapienza della carne
la santa Povertà confonde ogni cupidigia e avarizia
e le preoccupazioni di questo mondo.
La santa Umiltà
confonde la superbia
e tutti gli uomini di questo mondo
e tutte le cose di questo mondo.
La santa Carità
confonde tutte le diaboliche
e mondane tentazioni
e tutti i timori umani.
La santa Obbedienza
confonde tutte le volontà carnali e corporali
e tiene il suo corpo mortificato,
in obbedienza allo spirito
e in obbedienza al proprio fratello, e rende l’uomo soggetto
a tutti gli uomini di questo mondo
e non soltanto agli uomini,
ma anche agli animali, alle fiere,
così che possono fare di lui
quello che vogliono
in quanto sarà loro permesso dal Signore.

S. Francesco d'Assisi>


La crocetta d'oro
Io porto tanto amore
a una crocetta d’oro
che s’apre sul mio cuore.
È un tenue lavoro,
non è un ricordo, no;
come l’ebbi, l’ignoro.

Io l’amo poiché so
che croce fu dolore, e assai ne spasimò
un mio dolce Signore.

Sergio Corazzini, Liriche,Ricciardi, Napoli ca. 1908


Perché la faccia mia sì t'innamora,
Che tu non ti rivolgi al bel giardino
Che sotto i raggi di Cristo s'infiora?
Quivi è la rosa, in che il Verbo divino
Carne si fece; quivi son li gigli,
Al cui odor si prese il buon cammino.

(Paradiso XXIII 70-75).


O Donna gloriosa, alta sopra le stelle,
La gioia che Eva ci tolse ci rendi nel tuo Figlio e dischiudi il cammino verso il regno dei cieli.
Sei la via della pace, sei la porta regale: ti acclamino le genti redente dal tuo Figlio.
A Dio Padre sia lode, al Figlio el Santo Spirito, che ti hanno adornata di una veste di grazia. Amen,


Tutta bella sei, o Maria: la colpa originale non ti ha sfiorato. Tu gloria di Gerusalemme,
Tu letizia d’Israele,
Tu onore del nostro popolo.
Bianca come la neve la tua veste;
il tuo volto, come il sole.

Antifone ai II Vespri della solennità.



Inni mariani – Bella dum late furerent


Mors ipsa tandem filium







Presepe, 1451-1453, dall'Armadio degli Argenti, già alla SS. Annunziata di Firenze.
Beato Angelico, Fuga in Egitto (particolare), 1451-1453, già nell'Armadio degli Argenti della SS. Annunziata di Firenze.





Immacolata, 1523, Pistoia, SS.Annunziata.




L'Annunciazione del 25 marzo (da un libro corale della SS. Annunziata)